Lettera aperta all’industria del turismo: non vincerete questa battaglia sulle “tasse abusive”

L’industria ‍dei viaggi si trova di fronte a una sfida sempre più pressante: i “junk fees”, ovvero ​le spese nascoste⁤ che riguardano⁤ molte⁢ industrie, tra cui quella dei viaggi. Questo termine, ‌che fino a meno di‌ un anno fa era sconosciuto, è diventato ormai di uso comune.

Come dovrebbe reagire l’industria dei viaggi a questa situazione? La risposta è chiara: non può⁢ vincere questa battaglia. ​Non può reagire. ⁤Non ha alcuna possibilità di vittoria. Le aziende non possono ignorare il problema,​ ma devono affrontarlo di petto e adeguarsi a quanto richiesto ​dal governo. Nella maggior ⁣parte dei casi, ciò significa trasparenza. In alcuni casi, significa eliminare del tutto determinate spese.

È così che ‍saranno le cose. Si tratta di⁤ una ‌questione bipartisan​ e l’opinione pubblica è al 100% dalla parte del governo.

La questione delle spese⁢ extra non è nuova. Ricordo quando‍ abbiamo fondato Skift e c’era il problema delle spese per il bagaglio. C’era molta resistenza da parte dei consumatori, ma alla fine è diventato normale. Le persone pagano per questo⁣ servizio.

C’è stata una discussione sul sovrapprezzo del Wi-Fi nei ⁤primi giorni di questa tecnologia negli hotel, nelle compagnie aeree, negli aeroporti e altrove. L’industria dei viaggi, in particolare quella alberghiera, ha combattuto e ha sostenuto che ⁤fosse giusto far pagare per questo servizio.

Gli hotel hanno perso quella battaglia. I consumatori volevano il Wi-Fi gratuito al⁣ 100% e ora quasi tutti gli hotel lo offrono gratuitamente ai membri del‍ programma ⁣fedeltà. Anche nelle compagnie aeree sta diventando⁤ gratuito.

Le aziende stesse hanno a volte reagito volontariamente e‌ hanno reso​ i prezzi più trasparenti. Airbnb ne è un esempio: quest’anno ⁤ha iniziato a mostrare ⁢il prezzo completo durante la ricerca.

Le compagnie aeree, per ⁣regolamento durante l’amministrazione Obama, sono state obbligate a ‍mostrare il prezzo completo durante la ricerca. Non possono semplicemente indicare il prezzo base e nascondere ⁣le ‌tasse e le altre spese.

Ora c’è maggiore attenzione sugli hotel, in particolare per quanto riguarda le spese per i resort.

L’industria dei viaggi non dovrebbe opporsi a questa tendenza e anche se non ci saranno regolamentazioni, dovrebbe almeno adottare la trasparenza dei ⁢prezzi come prassi volontaria.

Alcune spese extra potrebbero ⁤essere legittime. Una compagnia di viaggi potrebbe suddividere il prezzo in modo che⁤ le persone paghino solo per ciò di ⁤cui hanno bisogno. Ma aggiungere spese ⁢per servizi a cui le persone sono abituate e⁤ cercare palesemente di ottenere più ricavi non funzionerà. ​Questo approccio potrebbe essere stato accettato 10, 15 o 20⁢ anni fa, ma ‌nell’era dei⁤ social media, ⁢dell’opinione pubblica polarizzata e dell’attivismo contro le questioni aziendali, queste spese‍ non passeranno.

L’industria dei viaggi non dovrebbe lottare ⁢per mantenere le “junk fees” e dovrebbe essere⁣ consapevole che si ‌tratta di un problema reale. I CEO dovrebbero essere in prima linea, dichiarando pubblicamente di fare tutto il possibile per essere trasparenti. ⁢Non c’è altra​ strada da seguire.

Da parte nostra, su Skift, continueremo a occuparci di queste spese extra. Al nostro Skift Global Forum di settembre, parleranno molti grandi CEO dell’industria dei viaggi. Molti di loro sono stati accusati⁤ di addebitare queste spese extra e sicuramente chiederemo loro delucidazioni in merito.

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